venerdì 12 novembre 2010

Attività fisica e lombalgia

La lombalgia o lombaggine è una malattia ad altissima incidenza, basti pensare che almeno l’80% di noi ne soffre. E’ un processo doloroso a carico della parte bassa (zona lombare) della schiena che può insorgere in modo acuto (dolore improvviso che si protrae per tre quattro giorni e che tende a risolversi) o cronico (insorge pian piano e tende a recidivare). I sintomi sono: dolore nella parte bassa della schiena accentuato dai movimenti; contrattura della massa muscolare della zona lombare; rigidità del tronco. I principali fattori lombalgici sono: stress da sforzo, epistassi traumatica; artrite post traumatica; vizi posturali; freddo; umidità; sovrappeso. Come prevenire l’instaurarsi di una sindrome lombalgica? Durante la vita quotidiana assumiamo posizioni ed eseguiamo movimenti che non fanno altro che sovraccaricare il tratto lombare: stare in piedi per lungo tempo con gambe tese ed in iperestensione delle ginocchia su un appoggio bipodalico (è consigliabile in questi casi tenere alternativamente un piede appoggiato su uno sgabello per tenere dritta ed appiattita la parte bassa della schiena); stare seduti sulla zona sacrale (e non sui glutei) con il dorso flesso le spalle in avanti e la testa flessa (tenete piuttosto le spalle erette ed appiattite e la zona lombare contro la sedia); sollevare qualcosa da terra con le gambe dritte flettendo il busto a 90° (piegate invece le ginocchia e tenete il busto eretto in modo da evitare tensioni alla zona lombare sovraccaricando i dischi vertebrali). I suggerimenti sopra indicati sono certamente utili a prevenire infortuni a carico della schiena, ma se la lombalgia si è già insediata? Bisogna intanto precisare che nella fase acuta della lombalgia per alcuna ragione bisognerà allenarsi, l’inizio della terapia fisica verrà rinviato di tre quattro giorni, in questa fase è opportuno sottoporsi a terapia farmacologica sotto controllo medico. Ad episodio acuto risolto, è utile programmare una adeguata attività fisica al fine di scaricare le tensioni della schiena ma anche di prevenire ulteriori episodi. Tale attività dovrebbe seguire alcune direttive ben precise: 1) allungare i muscoli degli arti inferiori che contribuiscono alla comparsa del dolore (flessori delle dita e peronieri, bicipiti femorali, semitendinoso, semimembranoso, piccolo e medio gluteo, piriforme, flessore del’anca, adduttori, flessori della fascia lata, sartorio, quadrato dei lombi, erettori spinali, retto addominale ed obliqui); 2) rafforzare i muscoli posturali (retto addominale ed obliqui, quadrato dei lombi, grande gluteo, erettori spinali). Gli esercizi consigliati da eseguire sono: retroversione del bacino con gambe piegate (sia in posizione eretta che in decubito supino); mobilizzazione della colonna in quadrupedia; autoallungamento dalla posizione in ginocchio seduti sui talloni; autoallungamento dalla posizione decubito supina con i piedi in flessione dorsale e le braccia distese sopra il capo; esercizi di respirazione diaframmatica. Ma soprattutto affidatevi all’occhio vigile di un istruttore qualificato.
Massimo Catalano